Giornata Mondiale del Diabete - Diabete e Covid
Il 14 Novembre si è tenuta la Giornata Mondiale del Diabete.
È stato realizzato un video per celebrare l'importanza di figure fondamentali per la nostra salute: gli infermieri.
Carissimi,
questo difficile periodo di pandemia non ci dà ancora tregua e le previsioni non sono buone. Antony Fauci ,importante virologo americano, prevede l’uscita dal tunnel per il Natale 2021.
E’ dunque ancora lunga e dobbiamo perseverare osservando distanziamento, uso della mascherina sempre e dovunque, lavaggio frequente delle mani.
Molti diabetici mi chiedono se l’essere portatori di diabete sia una condizione di rischio maggiore di contrarre il virus. La letteratura scientifica è concorde nell’affermare che il diabetico non è più esposto all’infezione da Covid 19 rispetto al non diabetico ma, nel caso l’infezione venga contratta, il diabetico fatica di più ad uscirne, potendo andare incontro ad una prognosi peggiore e a una mortalità più elevata. Questo esito peggiore è favorito da iperglicemia, età spesso avanzata e presenza di altre patologie, quali l’ipertensione, l’obesità e le malattie cardiovascolari. Inoltre, come in tutte le infezioni, il paziente diabetico vede squilibrarsi il proprio andamento metabolico, con iperglicemia, chetoacidosi diabetica o sindrome iperosmolare iperglicemica. Infine un recente studio italiano, comparso su Lancet Diabetes and Endocrinology, evidenzia che la tempesta citochinica altera la sensibilità all’insulina.
Viene inoltre segnalato un attacco diretto del virus sulle beta cellule che comporta una ulteriore perdita di funzione e di secrezione insulinica. Pertanto l’assistenza del paziente diabetico colpito da covid deve essere multidisciplinare. Alcuni nuovi farmaci antidiabetici , come ad esempio gli inibitori della DPPIV (gliptine) hanno mostrato favorevoli influenze sull’andamento dell’infezione, perchè vanno ad inibire questo enzima presente sulla superficie delle cellule dell’epitelio delle vie respiratorie ed ostacolano così l’instaurarsi della sindrome respiratoria acuta grave.
E’ quindi interessante ipotizzare l’uso di questi farmaci in aggiunta a quelli dello “ standard care” contro il coronavirus se i dati di questo studio verranno confermati.
Dal punto di vista pratico, come possiamo orientarci per capire se il virus ci ha contagiato? Esaminiamo la sintomatologia e chiediamoci : ho febbre superiore a 37,5?
Il gusto e l’olfatto sono alterati? Ho tosse e se sì è secca, persistente o produttiva ? Avverto dolori muscolari, stanchezza grave? Ho avuto congiuntivite nelle ultime due settimane? Ho avuto diarrea nelle ultime due settimane? Ho avuto raffreddore nelle ultime due settimane? Questi sono dati importanti che aiuteranno il vostro medico ad orientare la diagnosi e decidere se sia il caso di fare un tampone naso faringeo. Come vedete molti sintomi sono comuni alla influenza stagionale e per questo e non solo per questo è indicato sottoporsi alla vaccinazione antiinfluenzale. Non vi è dubbio che in questi mesi i medici abbiano imparato molte cose sul virus e quindi siano più attrezzati per la diagnosi e per la cura che ,se tempestivamente iniziata, può ridurre di molto i rischi di aggravamento. Naturalmente concludo con un adagio sempre valido: meglio prevenire che curare.
Quindi non stanchiamoci di fare il distanziamento, usare la mascherina e lavarci spesso le mani. E –aggiungo- se incrociamo qualche persona che non usa la mascherina, con garbo invitiamola a metterla anche a rischio ( se incrociamo un ignorante) di sentirci rispondere male.