L’educazione terapeutica del paziente diabetico e del paziente obeso
Un interessante lavoro di Donatella Bloise,Giuseppina Incampo e Emanuele Fraticelli ribadisce l’importanza dell’educazione terapeutica come strumento in grado di migliorare i parametri clinici , bioumorali e psicologici dei pazienti con diabete e con obesità. Gli interventi analizzati si concentrano su automonitoraggio, conoscenza della malattia, prevenzione delle complicanze, consapevolezza dei fattori di rischio, strategie cognitivo-comportamentali e supporto sociale.
Con tali interventi si ottiene una riduzione significativa della HbA1c e del peso corporeo. Naturalmente gli interventi saranno modulati sulla tipologia dei pazienti di volta in volta reclutati, con le debite variazioni e necessarie sfumature. Vengono in ogni caso citate anche le moderne tecnologie informatiche, cui andrebbero via via spinti anche pazienti anziani, come conferenze on line, pagine di esperti sui social media ( esperti riconosciuti ), app.
Il confronto col diabetologo diviene anche in questi campi fondamentale, poiché il proprio diabetologo o il proprio medico curante rappresentano la consueta guida cui affidarsi con fiducia come per tutti gli aspetti del diabete. Bisogna un po’ spronare i pazienti, specialmente i più anziani, a familiarizzare col computer, con la rete, per “non rimanere indietro”. Inoltre il paziente può chiarirsi le idee anche sull’evoluzione dell’assistenza al diabete, sulla creazione delle case di Comunità, sulla presenza del diabetologo non solo nel centro ospedaliero ma appunto anche in quello territoriale. Perché rimarco il riferimento alla propria “guida” sanitaria ? Perché –ahimè- tra le informazioni on line si possono avere anche messaggi fuorvianti o pubblicitari che bisogna saper riconoscere e capire che non valgono per tutti indistintamente. Un esempio su tutti il monitoraggio continuo della glicemia, grazie agli attuali sensori.
Di grandissima utilità nel diabete insulinodipendente o insulinotrattato, non hanno la stessa importanza e valenza nel diabete di tipo 2 in terapia orale o anche con i nuovi farmaci incretinici. Ricordo questo perché le spese sanitarie sono elevate e il SSN non può garantire a tutti questi strumenti e –ripeto- sarebbe anche inutile.
Ho avuto come maestri dei pionieri dell’educazione sanitaria al paziente diabetico ( il Dr Robino, il prof Assal, il Dr Cavagnini ) che mi hanno insegnato a valutare con attenzione il paziente che avevo davanti, le sue esigenze, i suoi reali bisogni. Da quanto scrivo riemerge anche- ed ancora una volta- l’importanza del rapporto medico paziente che è alla base –insieme alla conoscenza della propria malattia - del successo terapeutico.