L'educazione terapeutica del paziente diabetico.

ADTS diabete

L'educazione terapeutica del paziente diabetico, da sempre considerata dai più illuminati studiosi fondamentale per il trattamento efficace della malattia, trova in questo articolo un importante riconoscimento scientifico di cui tutti i sistemi sanitari dovrebbero tenere conto. Da troppo tempo lasciata all'impegno e alla buona volontà degli operatori e delle Associazioni, l'educazione e formazione del paziente diabetico dovrebbe trovare anche un riconoscimento temporale ed economico nel SSN.

Background e obiettivo del lavoro: Il campo dell’educazione terapeutica dei pazienti (TPE) e della alfabetizzazione sanitaria è interdisciplinare e sostenuto da saperi cha appartengono alle scienze umane. È importante identificare teorie significative e lavori empirici sulla TPE che permettano di capire come questo campo sia evoluto nel corso degli anni. L’analisi scientometrica presentata in questo lavoro valuta lo stato della ricerca in materia di educazione del paziente e la sua efficacia nella gestione dei disturbi cronici. Metodi e risultati principali: Gli autori hanno utilizzato il database principale di Web of Science (WoS) per la ricerca della letteratura sull'health literacy e la TPE attingendo da tutte le discipline che ne costituiscono l’ambito. Sono state analizzate le caratteristiche bibliografiche e i riferimenti citazionali per gli articoli dal 1990 al 2021 dei 54.533 pubblicati in lingua inglese. L’identificazione degli studi più influenti nella ricerca sulle TPE ha permesso di disegnare una roadmap che presenta l'evoluzione della TPE nel tempo. All’interno della rete di pubblicazioni quelle ad elevata centralità presentano nuove teorie o un nuovi concetti, altre, che hanno un gran numero di citazioni, trattano dei temi caldi oggetto di elevata attività di ricerca in un breve periodo di tempo.
La ricerca sulla TPE è in aumento esponenziale. Gli autori di Paesi a più alto reddito contribuiscono al 98% degli studi pubblicati. Tra tutti gli Stati Uniti sono stati il maggior contributore alla ricerca ma si segnalano anche Brasile e l'India tra i Paesi a reddito più basso. I campi di ricerca maggiormente indagati sono le patologie croniche, i disegni di studio, l’ambito, gli esiti e le popolazioni mentre i temi di maggiore interesse sono rappresentati dalle percezioni, i comportamenti e le attitudini alla promozione della salute, l'autogestione, l'aderenza ai farmaci e la riduzione dello stigma.
Il disegno dello studio che ha mostrato la maggiore effervescenza nell’attività di ricerca è stata lo studio controllato e le prime cinque condizioni croniche oggetto di studio sono l'asma, il diabete mellito, l'ipertensione, l’artrite reumatoide e la cessazione del fumo. Le teorie psicosociali che nella ricerca sulla TPE hanno ottenuto i valori di centralità più elevati sono stati: il Modello situazionale di Folkman e Lazarus, la Teoria sociale cognitiva di Bandura e la Teoria del Comportamento Pianificato di Aizen. Conclusioni: gli Autori identificano come limite ancora critico nella esuberante attività di ricerca in TPE, l’assenza del coinvolgimento dei pazienti in molti lavori significativi. La presenza loro e del pubblico laico nella ricerca sulla salute garantirebbe interventi più fattibili, accettabili, sostenibili e trasparenti. Altro limite importante è il notevole deficit di ricerca nei paesi a basso e medio reddito, per la nota carenza di risorse. Viene sottolineato, inoltre, che nonostante l'adozione della tecnologia digitale rappresenti una svolta decisiva per la salute della popolazione, poiché in grado di garantire un accesso equo alle risorse specialistiche, nell’ambito della TPE essa necessita di ulteriori ricerche per la volubilità dimostrata anche in recenti casi di infodemia (Covid-19).

Commento editoriale: E’ molto positiva l’esplosione recente dell’attività di ricerca sulla TPE. Tuttavia alcuni limiti critici vanno superati. E’ necessario garantire massima equità, coerenza e trasparenza ai risultati della ricerca attraverso il coinvolgimento centrale dei pazienti, la verifica della teoria nello scenario della vita reale, lo sviluppo di teorie e interventi transculturali e la cooperazione tra Paesi a più alto reddito e quelli con minori risorse per il trasferimento di conoscenze e tecnologie utili alla ricerca. Importante, come sottolineato dagli Autori, sarebbe anche la standardizzazione delle definizioni e delle terminologie in tutto il campo delle TPE ed il maggiore ricorso a studi meta-analitici per armonizzare la letteratura e i concetti tra le diverse discipline di studio. Questa Review, che utilizza tecniche scientometriche solide e riproducibili, ci conforta e ci incoraggia nel proseguire il nostro impegno nell’educazione terapeutica dei pazienti, troppe volte e per troppo tempo considerata “senza numeri e senza misura” e quindi un topic non scientifico del quale occuparsene marginalmente.

A cura di Emanuele Fraticelli, Donatella Bloise, Giuseppina Incampo