Il declino cognitivo del paziente diabetico
Nel paziente diabetico di tipo 2, dopo molti anni di malattia, può accadere che anche le capacità mentali siano via via compromesse sino addirittura ad arrivare alla demenza.
Ho trovato un interessante studio di Luca D’Onofrio in cui vengono analizzate le capacità dei vecchi e nuovi farmaci usati nel diabete di tipo 2 di prevenire o quantomeno rallentare tale decadimento.
Tra i vecchi farmaci vengono citati in particolare i tiazolidinedioni, farmaci peraltro non tanto usati, ma che avevano buoni risultati nel contrasto al decadimento cognitivo, come anche la metformina. Tra i nuovi farmaci, invece, varie classi hanno effetti benefici, in particolare le incretine e gli inibitori di SLGT-2, il trasportatore renale di glucosio. Val qui la pena di ricordare come questi nuovi farmaci non inducano ipoglicemia, aiutino a perdere peso e esercitino un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare e renale.
Come sappiamo, dopo anni di difficoltà, legate soprattutto ai costi, oggi tutti i pazienti diabetici di tipo 2 che necessitino a giudizio del diabetologo di avere questi farmaci, possono averli. Va altresi ricordato che oggi i piani terapeutici per questi farmaci possono essere stilati non solo dal diabetologo ma anche dal Medico di Base.
Alla luce di questa importante metanalisi, effettuata con dati aggiornati, possiamo affermare che i soggetti che hanno intrapreso qualsiasi trattamento ipoglicemizzante hanno mostrato risultati migliori rispetto ai non trattati. Inoltre che gli attuali farmaci indicati in prima linea dalle nostre linee guida ( SID AMD) hanno un potenziale effetto positivo anche sulla perfomance cognitiva. Questo dato rafforza l’indicazione all’uso precoce di questi farmaci per sfruttare al massimo anche gli effetti extraglicemici.