L'importanza dei centri antidiabetici

ADTS diabete

Nel nostro paese si è sviluppata una organizzazione dell’assistenza del paziente con diabete del tutto particolare, unica in Europa e nel mondo. Questo risultato è stato raggiunto grazie alla lungimiranza di clinici sapienti ed amministratori oculati che cooperavano fruttuosamente uniti da una reciproca stima umana e professionale.

In ciascun Centro Antidiabetico equipe specializzate, formate e coordinate (inizialmente medici, infermieri, dietisti, con il contributo in seguito di altri specialisti: psicologo, neurologo, cardiologo, podologo etc.) garantivano una assistenza specialistica di alto livello al paziente con diabete mellito. Queste strutture sono state poi un modello di organizzazione anche per altre specialità mediche rivolte alla assistenza e cura delle patologie croniche. In queste strutture è nata la necessità del passaggio da una medicina di attesa, “ a chiamata”, ( si interviene quando si presenta il paziente), ad una medicina di iniziativa ( viene concordato un calendario minimo a prescindere per periodici controlli bioumorali, strumentali e clinici). Il paziente non viene più lasciato solo, viene accompagnato e ha riferimenti sicuri per il resto della vita( non sono rari rapporti continuativi con i Centri Antidiabetici per 40-50 anni di vita del paziente o più generazioni, nonni, genitori di giovani adulti e gli stessi giovani adulti seguiti sostanzialmente dalla stessa equipe).

Le domande che ci si deve porre sono se questo tipo di organizzazione ha portato benefici per la salute della persona e se sono sostenibili anche da un punto di vista economico, di costo-efficacia. Le risposte sono sicuramente affermative in entrambi i casi e numerosi dati obiettivi lo confermano. Nel nostro paese il compenso glicemico valutato con il dato dell’emoglobina glicata ( HBA1c ) è migliore ( 7.5% verso 8.75% in U.K.); l’incidenza di complicanze è più bassa; si hanno meno ricoveri ospedalieri per diabete scompensato ( l’Italia ha i tassi più bassi al mondo); l’eccesso di mortalità del paziente diabetico è inferiore a quello di altri paesi occidentali ( + 50% in Italia vs +100% in U.K.), e tutto questo non comporta una spesa economica maggiore per il SSN per curare le persone con diabete ( di fatto la spesa in Italia è la metà di quella U.K. e un terzo di quella della Germania). Sono stati eseguiti dai Centri Antidiabetici e dalle stesse Regioni studi in aree diverse che hanno confermato questi riscontri.

Nella area di Verona è stata valutata la mortalità per tutte le cause e la mortalità per cause cardiovascolari tra i pazienti seguiti dai centri Antidiabetici e quelli non seguiti. Si è visto che sia la mortalità per tutte le cause che la mortalità per cause cardiovascolari dopo 5 anni di osservazione è statisticamente inferiore nei pazienti seguiti presso un Centro Antidiabetico rispetto a quelli che non sono mai stati seguiti. Stesso risultato è emerso da uno studio eseguito in un’altra regione italiana ( Piemonte, Casale Monferrato) dove si è confermato che la mortalità cardiovascolare è inferiore in modo significativo tra gli assistiti e non assistiti seguiti per un periodo di 17 anni. Anche una indagine eseguita dalla Regione Lombardia ha dimostrato che la mortalità per tutte le cause è minore nei diabetici assistiti presso i Centri Antidiabetici rispetto a quelli non assistiti. La popolazione esaminata è stata di 1.981.037 residenti in 7 ASL della Regione, di cui 185.286 con diabete. Le persone studiate avevano fra 45 e 84 anni; i diabetici sono stati identificati dai database regionali dei farmaci, dalle esenzioni e dalle schede di dimissione ospedaliera; lo stato di vita/morte valutato con le schede ISTAT e gli assistiti nei centri antidiabetici identificati dalle prescrizione di visite.

La riduzione di mortalità nei soggetti che frequentano i Centri Antidiabetici è del 29%. Se volessimo fare una proiezione dell’effetto dell’assistenza specialistica sulla sopravvivenza dei diabetici italiani, consideriamo che i diabetici seguiti nei Centri Antidiabetici sono circa il 40% ( circa 1.500.000 ) e il 60% ( circa 2.500.000 ) non seguiti, avremmo un risparmio di vite ( vite salvate) di circa 30.000 all’anno tra quelli seguiti dai centri e una perdita di vite ( vite perdute ) di circa 50.000 all’anno tra quelli senza accessi ai Centri Antidiabetici. Sia per garantire il diritto della tutela della salute del cittadino costituzionalmente sancito, sia per operare secondo criteri di costo-efficacia è fattuale ( come direbbe un noto giornalista parodiato dal comico Crozza) investire risorse economiche in tale attività; soltanto che in questo caso non si scherza.

Dr Angelo Margiotta