È ARRIVATA ANCHE IN ITALIA LA PRIMA INSULINA “BIOSIMILARE“
Grande risalto ha avuto recentemente su molti giornali, anche non specializzati, la notizia dell’arrivo sul mercato italiano dell’insulina biosimilare, più precisamente dell’insulina glargine biosimilare. Si tratta di un analogo dell’ insulina lenta in versione ”alternativa” al farmaco biologico glargine, già autorizzato per uso clinico e che viene detto farmaco originatore. Il farmaco biosimilare in questione va ad arricchire il “gruppo” degli analoghi dell’insulina lenta.
Per meglio capire: esistono a disposizione del Diabetologo e del paziente diabetico tre analoghi dell’insulina lenta ( glargine (Lantus), detemir (Levemir), degludec (Tresiba) che il diabetologo consiglia - nel diabete di tipo 2 - di associare alla terapia antidiabetica orale quando il compenso metabolico non sia più garantito dai soli farmaci orali. Si tratta di aggiungere alla terapia una iniezione sottocutanea di insulina lenta una volta al giorno in associazione agli altri farmaci antidiabetici orali. Attualmente non sono pochi i diabetici adulti che possono giovarsi di questo tipo di associazione per migliorare il controllo metabolico ( in Italia si calcolano 800 mila pazienti su un totale di oltre tre milioni di diabetici).
L’insulina glargine biosimilare ( Basaglar) è un farmaco biotecnologico che ha un profilo di efficacia e sicurezza sovrapponibile a quella del farmaco originatore ( glargine/Lantus). Ma con un grosso vantaggio: costa assai meno e rappresenterebbe un bel risparmio per il SSN. Inoltre la glargine biosimilare avrà una penna per la somministrazione più facile e precisa da usare. Il nuovo farmaco è made in Italy poiché sarà prodotto negli stabilimenti di Sesto Fiorentino della Lilly ed è il risultato della collaborazione tra Boehringer Ingelheim e Lilly).
L’insulina glargine biosimilare è dunque una insulina basale che trova indicazione sia nei diabetici di tipo 1 ( diabete giovanile) che nei diabetici di tipo 2 ( diabete dell’adulto).
- Dott.re Alberto Nicodano(Come di consueto, l’autore cita non solo il principio attivo ma anche il nome commerciale del farmaco per aiutare i pazienti ad orientarsi e a meglio capire di che si sta parlando. L’autore dichiara di non avere alcun interesse o vantaggio commerciale legato ai medicinali citati).