UN ANNIVERSARIO IMPORTANTE
Sono passati trent’anni dalla prima pubblicazione di un importante studio sul diabete e le sue complicazioni. Lo studio si chiama DCCT (diabetes control and complications trial) cui ha fatto seguito lo studio EDIC (Epidemiology of Diabetes interventions and complications). Tali studi hanno dimostrato come una terapia insulinica intensiva nel diabete di tipo 1 riduca sia lo sviluppo che la progressione della retinopatia,della nefropatia e della neuropatia.
Inoltre hanno anche dimostrato che la terapia intensiva ottiene una riduzione delle complicazioni cardio-vascolari. Più in particolare possiamo dire che le complicazioni microvascolari si sono ridotte del 35-76% e gli eventi cardiovascolari (infarto miocardico fatale e non, ictus cerebrali) si sono ridotti del 58%. Chi legge queste righe si chiederà: e nel diabete di tipo 2 -cioè quello dell’adulto- che rappresenta oltre il 90% dei casi di diabete, e che abitualmente viene curato con antidiabetici orali, ci sono dati?
Ci viene in aiuto un altro importante studio, realizzato qualche tempo dopo, che si chiama UKPDS (United KingdomProspective Diabetes Study) che ha dimostrato che realizzando un compenso metabolico ottimale (emogobina glicata attorno al 7%) si raggiungevano gli stessi risultati. Ecco dunque che i diabetologi cercano di ottenere andamenti glucidici tali da poter avere questi valori di glicata,anche se nei pazienti anziani si mira ad una emoglobina glicata tra il 7,5% e l’8%, poiché eventuali ipoglicemie -sempre in agguato in un trattamento intensivo- potrebbero avere conseguenze più gravi. UKPDS ha inoltre messo in evidenza come sia importante curare al meglio l’ipertensione arteriosa, spesso presente nel paziente diabetico, cercando di portarla a valori di 130/85 mmHg. Più in particolare vediamo che il buon controllo della pressione arteriosa riduce il rischio di eventi cardiovascolari e microvascolari dal 24% sino al 56%.
Possiamo concludere questa paginetta informativa aggiungendo che le Società di Diabetologia (SID, AMD) indicano come sia utile correggere -se presenti- anche le alterazioni del colesterolo e dei trigliceridi e come a tutti si consiglino stili di vita salutari (non fumare, non bere alcoolici, evitare per quanto possibile lo stress ed evitare sovrappeso e obesità).
C’è quindi molto da fare per il diabetologo e il paziente diabetico,ma dagli studi surricordati emerge con chiarezza che gli sforzi e l’impegno cui siamo chiamati danno risultati molto buoni.
- Dott.re Alberto Nicodano